sabato 27 febbraio 2010

Intervista a Giuseppe Bacchet

Nato il 9 agosto 1911 a Gruaro (VE).

All'intervista - registrata il 19 marzo 1998 - è presente il figlio Rodolfo.



Nastro 1998/8 - Lato A
Inizia parlandomi dei suoi animali da cortile: 13 galline, un gallo e tre anatre.
01:40 Mi diceva suo figlio che si ricorda ancora qualcosa della 1 gm... 
- Ero bambino, io avevo sette anni, sono dell'11. Abitavo in paese a Boldara [frazione di Gruaro], poi ho comperato questa casa (nel 1950).
(Scatto delle foto)
04:28 Ricordo che all'epoca [1917-18] a Boldara … andavo a rubare il pane ai tedeschi: nella nostra stalla c'erano sei vacche e, nella greppia dei vitelli, i tedeschi vi mettevano il pane, finché mi ha scoperto un tedesco con la pagnotta in mano. Io ero bambino, e non mi rendevo molto conto, ma non mi ha dato botte né niente. 
05:15 Mi ha preso la pagnotta e poi facevano discussioni fra di loro, accusandosi a vicenda di rubarsi il pane, mentre ero io che andavo a prenderlo. Ma mi è andata bene per due, per tre giorni, poi mi hanno scoperto e così si sono messi in pace anche loro … ma non mi hanno fatto niente. 
06:03 C'era fame per tutti, per i tedeschi e anche per noi.
Avevano anche una cucina in cui facevano da mangiare. Facevano riso, nella gran parte. C'erano le cave di ghiaia e là facevano da mangiare. Poi mangiavano tante susine, prugne secche.
07:30 Commento sul vino che mi ha offerto "vero moscato del Piemonte": glielo procura la sorella che abita a Torino e va a prenderlo in provincia di Asti.
08:40 I tedeschi con i cannoni, nell'avanzata verso il Piave, sono andati per le strade vecchie, sulla strada “di Sant'Angelo”… che collega Gruaro a Boldara… ma loro hanno preso una strada secondaria.
[Già era secondaria, a quei tempi la strada fra Gruaro e Boldara … e i tedeschi ne hanno presa una ancor più secondaria, spiega il figlio Rodolfo].
Venivano avanti in tanti, con i cannoni, i reticolati, pale, picchi, “mangiare”…
Sono riusciti a venir fuori con i cannoni dal pantano “a forza di loro” [da soli] … in una maniera e l'altra. Perché andavano avanti con la carta topografica delle strade. Quella strada la va par lì, quell'altra la va di là, quest'altra va di qua. Andavano dietro a queste carte, mentre le strade un po' di anni prima erano cambiate...
10:36 Loro andavano avanti con una mappa vecchia e così si sono trovati nelle strade vecchie e abbandonate. (Mio commento al riguardo...)
Là a S. Angelo… era là che si perdevano!
12:39 Ricordo che passavano dei polacchi con dei bei cavalli.

[Il figlio interviene stigmatizzando il fatto che tutti li chiamassero tedeschi… mentre in realtà i soldati dell'occupazione erano solo una minoranza di tedeschi, nella maggior parte appartenevano alle altre nazionalità].

Ho saputo che erano polacchi perché la gente del paese ne parlava.
13:49 Da Boldara sono scappati solamente i Del Prà, erano dei paroni (la famiglia più ricca). Noi si aveva la campagna in affitto dai Del Prà, e loro sono scappati, perché potevano. Avevano un po' di soldi e sono andati a Napoli, scappati. Nella casa lasciata dai Del Prà andavano a dormire i tedeschi.
15:18 D. Avevate paura dell'arrivo dei tedeschi?
R . I nostri non dicevano niente.
Noi si avevano sei vacche e un cavallo, quella volta e ci hanno portato via tutto e mio papà aveva dieci figli, cinque sorelle e cinque fratelli e per questo mio papà non andò sotto le armi.
Per mangiare si andava a bisote (piccole lumache) e i tedeschi venivano in casa, su e giù e ci vedevano mangiar le bisote e correvano fuori a vomitare. Noi le mangiavamo di gusto, condite con un po' di olio e aglio e i tedeschi le chiamavano cigabiga mentre la biava (granoturco) la chiamavano cucurucia [Kukuruz]. Poi noi si andava a pescare pesce, a prendere rane; si mangiava qualche gallina e finché avevamo l'ultima vacca c'era anche un po' di latte. Ma quando ce l'hanno presa è venuto l'armistizio, e basta.
Poi il governo, il comune ha dato subito una buona vacca a mio papà, perché siamo dieci figli… e anche ci hanno dato due cavalle.
È morto in guerra in guerra un Bacchet Nicolò, cugino di mio papà, figlio di un fratello. Non so dirti come sia morto: è morto in guerra!
Ma andava per fame, eh!
Non ricordo che durante la guerra venissero dalle montagne in cerca di mangiare dalle nostre parti. 
20:33 Dopo la guerra sì, ricordo che quelli delle montagne venivano a portar giù castagne per cambiarle con le pannocchie. 
D. E' mai venuto nessuno a trovarvi, dei tedeschi che c'erano qui, dopo la guerra? 
R. No.
A Boldara, a casa nostra, sono venuti invece dei profughi dal Piave, da San Donà … la famiglia di Augusto Girardi, o meglio, da Noventa di Piave, con i quali siamo stati in contatto per un po' di tempo anche dopo la guerra. Venivano a trovarci il giorno dei Santi, uno - due anni dopo la guerra, e poi basta.
Non ricordo che i tedeschi abbiano fatto particolari violenza, oltre alla ricerca del mangiare e alle requisizioni; almeno non ne ho sentito parlare dai vecchi.
23:16 Figlio - Nel cimitero di Gruaro ci sono cinque soldati austriaci morti... Non ne sai niente? 
- Non ne ho mai saputo il perché...
25:20 Si sono impantanati anche nella stradina “dei Letti”, alla periferia di Gruaro, non molto lontana dalla strada di S. Angelo. È una zona di terra fangosa e hanno dovuto andar prendere una donna vecchia, del posto, perché gli uomini erano tutti sotto le armi. Era l'Amalia Gaiatto in Carlin e hanno dovuto andarla prendere di notte, perché gli insegnasse la strada. I figli a piangere, a prenderla per le cotole (le sottane) perché avevano paura che la portassero via, e invece loro volevano che andasse a S. Angelo a insegnargli la strada, perché era di notte.
I tedeschi cucinavano cucurùcia, biava. Facevano un fuoco e mangiavano le pannocchie che andavano a prendere per i campi.
I maiali che erano negli stavoli, portati via tutti, alle famiglie; così pure le vacche, le bestie per mangiare...
31:10 Ultimo vino ... e dono di uova all'intervistatore!
                                                                                                                                       

Nessun commento:

Posta un commento