mercoledì 22 settembre 2010

Sant'Angelo sul Sile (Treviso), Augusto Betteti detto S-ciopetin

Nato nel 1920




Nastro 1985/2 - Lato A    (da 19:03 a 26'19'' - ascolta l'audio)                     6 gennaio 1985
Comisso, l'hai mai sentito nominare? Ha fatto il libro della guerra con mia mamma! In tempo di guerra (seconda), quando c'erano allarmi per il bombardamento, Comisso veniva in bicicletta da Zero - che aveva una villa a Zero - e si fermava da me, perché gli ho riparato anche due fucili. E abbiamo fatto amicizia; veniva là, si sedeva e si scriveva tutti gli appunti e mia mamma le spiegava tutta la storia della guerra...
Che per la strada qua sono passati dodicimila prigionieri in tempo di guerra, nella guerra '15-'18 e li portavano a Scorzè [passando] per Canizzano, Quinto, Zero ... davanti e dietro c'erano i nostri soldati, con i cavalli, e loro a piedi. Mia mamma era Maria Betteti.
Ricordo che diceva mia mamma che quando passavano tutti questi soldati ... in casa avevano un po' di roba, di polenta, di pane, e l'hanno portata fuori a questa povera gente che passava, pieni di fame, che venivano dal Piave.
Anche se erano tedeschi...
01:17 Però non gli davano da mangiare, non ricordo, se erano gli ungheresi ... perché loro maltrattavano i nostri soldati, quando li prendevano li ammazzavano.
E allora tutte le famiglie, chi aveva polenta, chi aveva qualcosa ... facevano questa polenta e gli davano quel che avevano. Sono passati in dodicimila in una sola giornata; hanno iniziato al mattino e fino alla sera, a piedi.
Era verso la fine della guerra. 
Mia madre all'epoca avrà avuto 24-25 anni... 
02:12 ... e durante l'ultima guerra ha conosciuto questo Comisso che era venuto a casa mia a riparare due fucili.
Comisso chiedeva, e mia madre gli raccontava morte e miracoli della guerra. Le famose incursioni aeree austriache. Il bombardamento della stazione di Treviso da parte degli austriaci, il conte che è cascato con un altro aereo qua a Treviso (la contraerea gli ha sparato e l'ha buttato giù), [Francesco] Baracca che sopra il campanile di Sant'Angelo (mi diceva anche mio nonno) ha fatto una battaglia con un altro che è durata un quarto d'ora di sicuro, che si sparavano a destra e a sinistra e loro si mettevano nascosti dietro il campanile. Era Baracca e non so chi sia stato l'altro, e poi quell'altro è caduto: ha perso un'ala sopra il ponte di San Martino e lui deve essere caduto verso la Fiera, da quelle parti là. Morto. Era un conte, era uno ... un signore, anche. Austriaco.
Mia mamma era nata e vissuta qua, abitava da Piovesan e Comisso veniva quando io ero nella villa Fossati (Marinello), mentre villa Letizia era villa Carmignani, la signora Carmignani, che aveva un sacco di roba imbalsamata, uccelli, volpi ... e alla domenica andava a messa con una piccola carrozza a Sant'Angelo. 
04:30 Il libro di Comisso poi ha fatto strada. So che ha riportato gli episodi raccontati da mia mamma, ma non so se abbia ricordato il suo nome, perché io non ho mai visto quel libro.
A casa nostra, di sopra, c'era il comando del Genio Ferrovieri, sul granaio, addetti alla stazione di Treviso; mentre da Condotta deve esserci stata [la cavalleria].
Poi il famoso trecento e venti, che è arrivata la granata qua da Artuso, due da Reato e una da Florian e una al cimitero di San Giuseppe. 
La spagnola. Anche mia mamma l'ha presa. L'hanno fatta fumare il sigaro, mio nonno: sigari e chinino. Con sigaro e chinino se l'è cavata, perché nelle famiglie morivano anche tre in una giornata...